Taglio al cuneo fiscale e calcolo dell’indicatore nel business plan

Il cuneo fiscale è un elemento fondamentale per la realizzazione del business plan, essendo alla base del calcolo del costo del personale, e impattando in modo considerevole sulla quantificazione dei flussi economico-finanziari dell’azienda; lo stesso infatti è alla base delle valutazioni per l’ampliamento/riduzione dell’organico aziendale.

Questo indicatore quantifica gli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, l’occupazione e il mercato del lavoro; esso si esprime quale rapporto tra tutte le tasse applicate sul lavoro e il costo del lavoro totale.

Vi sono poi alcuni strumenti, come per esempio il welfare aziendale, che possono essere utili nel diminuire il cuneo fiscale; la consulenza di un commercialista esperto è determinante per conoscere con esattezza il costo del lavoro lordo/netto e valutare eventuali tipologie di welfare aziendale applicabili.

Il valore medio del cuneo fiscale, attualmente rilevato in Italia, lascia comprendere anche quanto le tasse sul lavoro scoraggino l’impiego; più è elevato tale indicatore e maggiore sarà la differenza tra la retribuzione percepita dal lavoratore ed il costo del lavoratore per l’azienda. Di seguito facciamo chiarezza su questo indicatore e sulle recenti novità che riguardano il taglio al cuneo fiscale previsto dalla Legge di Bilancio 2024.

1. DEFINIZIONE DI CUNEO FISCALE

Con questa espressione si definisce la somma delle imposte dirette, indirette e contributi previdenziali incidenti sul costo del lavoro. Riguarda tanto i datori di lavoro quanto i lavoratori autonomi o dipendenti. Si ottiene calcolando la differenza tra il costo del lavoratore per l’azienda e l’incasso netto in busta paga del lavoratore.

Il cuneo fiscale varia anche sulla base della posizione soggettiva del singolo lavoratore per effetto delle detrazioni di cui è possibile fruire se, ad esempio, si hanno figli a carico.

In Italia il cuneo fiscale per l’anno 2023, stimato da Taxing Wages nel report che confronta il carico fiscale sul lavoro in 35 paesi OCSE, è stato pari al 45,1% ed è al quinto posto dopo Belgio (52,7%), Germania (47,9%), Austria (47,2%) e Francia (46,8%). La media OCSE è pari al 34,8%.

2. IL CUNEO FISCALE NELLA REDAZIONE DI UN BUSINESS PLAN E NELLE DECISIONI ORGANIZZATIVE DELL’AZIENDA

Un’impresa dovrebbe redigere un business plan per sintetizzare la fattibilità e l’opportunità economica di ogni suo progetto, soprattutto quando vuole cercare dei finanziatori. Per elaborare questo documento è necessario effettuare un’accurata analisi dei costi e dei ricavi stimati del progetto nonché dei competitors. A questa deve seguire una pianificazione chiara delle strategie operative e degli obiettivi, oltre alle risorse umane necessarie per il loro raggiungimento.

È dunque importante, partendo dalla retribuzione netta che si vuole offrire alle risorse impiegate, stimarne il costo complessivo per l’azienda includendo tutte le imposte e gli oneri sociali dovuti.

Anche in sede di riorganizzazione della struttura dell’azienda è fondamentale calcolare l’aumento o la riduzione dei costi che segue l’ingresso o l’uscita del personale dipendente.

3. IL CALCOLO DEL CUNEO FISCALE

Nella redazione di un business plan, e qualora venga previsto un aumento della forza lavoro, è necessario:

  • stimare i contributi previdenziali a carico del lavoratore e quelli a carico del datore di lavoro;
  • stimare le imposte dirette sui redditi da lavoro dipendente (Irpef).

Quando invece il calcolo del cuneo fiscale è utilizzato dalle aziende per offrire aumenti salariali, o è necessario calcolare il costo di una determinata risorsa partendo dalla retribuzione netta è possibile integrare nel calcolo anche le detrazioni in capo al singolo soggetto quali assegni per famiglie con figli a carico o per disabilità, basati sul reddito e sulla composizione del nucleo famigliare.

4. TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

Stante le premesse è evidente come, la riduzione del cuneo fiscale, possa portare ad incentivare le assunzioni e ad aumentare il potere di acquisto dei lavoratori. Nel nostro Paese il peso della tassazione sul lavoro, in media pari al 45,1%, risulta uno dei più alti d’Europa. La differenza tra il costo del lavoro per le aziende e il reddito effettivo che rimane ai lavoratori è notevole. Con i provvedimenti della Legge di Bilancio 2023 riguardanti il taglio al cuneo fiscale ci si è posti l’obiettivo di un aumento degli stipendi che non gravi sulle aziende. La Legge di Bilancio per il 2024 aveva portato ad una riduzione del 7% dei contributi previdenziali per i redditi fino a 25 mila euro e del 6% per i redditi fino a 35 mila euro.

Nella Manovra 2025 è stato introdotto un nuovo taglio del cuneo fiscale, che prevede un bonus per i redditi fino a 20 mila euro mentre, per i redditi tra 20 mila euro e 40 mila euro, è prevista un ulteriore detrazione decrescente che va da un minimo di 1.000 euro fino ad azzerarsi per i redditi pari a 40 mila euro.

Il taglio del cuneo fiscale, applicato in via temporanea nel 2024, diverrà strutturale a tutti gli effetti dal 2025.