Finanza innovativa: crowdfunding, vendor loan e minibond

La finanza innovativa consiste in un insieme di strumenti, processi e soluzioni pensati per superare i limiti della “finanza tradizionale”, spesso troppo rigida o costosa per rispondere alle esigenze delle imprese con particolare riferimento alle imprese neocostituite o, più in generale, alle PMI italiane. A differenza delle forme convenzionali, che si fondano principalmente sull’intermediazione bancaria o sull’accesso ai mercati regolamentati, la finanza innovativa sfrutta nuove tecnologie, approcci contrattuali flessibili o piattaforme digitali. Ciò allo scopo di favorire la raccolta di capitale, la gestione del rischio e il finanziamento di progetti industriali o imprenditoriali.

In un contesto economico caratterizzato da crescente volatilità, stretta creditizia e trasformazioni digitali, questa prospettiva apre lo sguardo a soluzioni su misura. Tra i vantaggi ci sono maggiore rapidità, trasparenza e controllo da parte dell’impresa stessa. Di seguito analizziamo alcuni dei principali strumenti di finanza innovativa/alternativa come crowdfunding, vendor loan, minibond e strumenti finanziar partecipativi (SFP).

1. CHE COS’È LA FINANZA INNOVATIVA?

La finanza innovativa comprende lo sviluppo e l’applicazione di nuovi strumenti finanziari che possono anche far uso di tecnologie avanzate quali intelligenza artificiale o blockchain, tecniche avanzate di gestione del rischio e nuovi modelli contrattuali derivati da cambiamenti normativi.

Si tratta di un paradigma che sempre più sta interessando le PMI, le start-up, i gruppi societari e  i      soggetti con grandi patrimoni (HNWI) che desiderano:

  • diversificare i canali finanziari,
  • ottimizzare la leva del capitale,
  • investire in economia reale e in start-up con rischi, ma altresì potenziale di crescita, molto elevati.

L’adozione di strumenti alternativi come crowdfunding, vendor loan, minibond o security token può risultare vincente ed in alcuni casi essere la soluzione ideale per la fase della vita in cui si trova l’azienda. Il ventaglio di strumenti disponibili amplia le opportunità di accesso alle risorse e al contempo la scelta di taluni strumenti può anche rafforzare l’identità e l’attrattività dell’azienda sul mercato dandone visibilità e testando la risposta del mercato alla proposta di business.

Spesso tali strumenti consentono di ricevere finanza sulla base della fiducia che gli investitori hanno nella generazione di cash-flow e nella profittabilità dell’azienda, non solo su garanzie (anche personali) richieste dal sistema bancario tradizionale.

Quali sono gli strumenti finanziari più recenti?

Tra i più recenti strumenti della finanza innovativa emergono le SPAC (Special Purpose Acquisition Companies), i security token basati su blockchain, i social impact bond e le piattaforme fintech che combinano tecnologia, investimenti o impatto sociale, che possono facilitare nuove modalità di accesso al mercato dei capitali.. Questi si adattano a contesti economici in cui flessibilità, rapidità decisionale e accesso diretto agli investitori diventano determinanti per la competitività aziendale.

2. CROWDFUNDING. COS’È E PERCHÉ È UTILE

Il crowdfunding si distingue per la sua capacità di democratizzare l’accesso al capitale. Il termine deriva dall’inglese “crowd” (folla) e “funding” (finanziamento). Esso indica un processo attraverso il quale un’impresa o un promotore raccoglie fondi da una moltitudine di soggetti tramite piattaforme digitali. A seconda della modalità, il crowdfunding può assumere diverse forme ovvero:

  • reward-based, nella quale il finanziatore/sostenitore riceve una ricompensa non finanziaria, spesso correlata al progetto (ad esempio, prodotti o servizi),
  • equity-based nella quale i finanziatori acquisiscono quote di capitale di rischio delle imprese, diventando soci o azionisti,
  • lending-based nella quale i finanziatori prestano denaro in cambio del rimborso con interessi.

Questo strumento fa anche da test di mercato, infatti se una campagna ha successo significa che il progetto genera interesse e fiducia. Le imprese solitamente possono trarne giovamento anche in termini di marketing e visibilità attraverso il coinvolgimento di una community di sostenitori e potenziali clienti. Va considerato che la pianificazione e l’esecuzione di una campagna efficace richiedono tempo, competenze e risorse, senza offrire la certezza di raggiungere l’obiettivo prefissato. Qualora la soglia di raccolta non venga superata, l’impresa rischia di aver sostenuto costi notevoli senza ottenere i fondi necessari. A ciò si aggiungono le commissioni trattenute dalle piattaforme, che possono incidere sull’ammontare effettivamente disponibile.

Equity crowdfunding e lending crowdfunding

L’equity crowdfunding, in particolare, è una soluzione sempre più adottata da startup, PMI innovative e società benefit che intendono avviare nuovi progetti o espandersi. È regolato in Italia dalla Consob e permette a soggetti non quotati di ottenere capitale di rischio da una platea ampia di investitori, anche retail. Dal punto di vista dell’investitore rappresenta l’opportunità di investire anche piccole somme, spesso ad alto rischio, ma con elevati potenziali di crescita e di ritorno economico. Il lending crowdfunding invece è una forma alternativa di credito che consente alle imprese di raccogliere prestiti direttamente dagli utenti della piattaforma, aggirando l’intermediazione bancaria. È particolarmente utile quando l’impresa non ha garanzie da offrire e non ha una storicità appetibile per l’universo bancario.

3. VENDOR LOAN, SIGNIFICATO E RUOLO NELLE OPERAZIONI STRAORDINARIE

Con “vendor loan” si intende una forma di finanziamento diretto erogato dal venditore all’acquirente nell’ambito di un’operazione di compravendita aziendale. Il vendor loan assume la forma di un prestito postergato. Questo consente al soggetto acquirente di rateizzare il pagamento del prezzo concordato o di colmare una parte del fabbisogno finanziario necessario alla conclusione dell’operazione. In tal senso, si pone come strumento di “finanza alternativa” in grado di facilitare operazioni altrimenti non sostenibili con risorse proprie o con credito bancario.

Dal punto di vista del venditore, accettare un vendor loan può significare rinunciare a parte della liquidità immediata ed accettare il rischio di credito in cambio di condizioni più favorevoli di cessione o di un maggior valore complessivo dell’operazione (a cui aggiungere gli interessi percepiti da tale loan). Per l’acquirente invece rappresenta un’opportunità volta ad acquisire un’azienda, un ramo d’azienda o un asset immobiliare, dilazionando l’impegno economico e corrispondendo il prezzo attraverso i flussi di cassa generati dall’attività acquisita. È particolarmente diffuso nelle operazioni di management buyout, passaggi generazionali e M&A tra soggetti con legami fiduciari.

La strutturazione del vendor loan deve essere gestita con attenzione e occorre definire tempi, modalità di rimborso, tasso di interesse (ove presente), subordinazione rispetto ad altri crediti e garanzie eventualmente offerte.

4. MINIBOND: COSA SONO, A CHI SONO DESTINATI E COME STRUTTURARE UN’EMISSIONE EFFICACE

I minibond sono titoli obbligazionari emessi da società non quotate per raccogliere capitali sul mercato dei privati. Introdotti nell’ordinamento italiano con il Decreto Sviluppo (DL 83/2012), rappresentano uno degli strumenti più interessanti nell’ambito della finanza innovativa, in quanto offrono alle PMI un accesso diretto a risorse finanziarie alternative al sistema bancario. A differenza dei bond tradizionali, i minibond non richiedono la quotazione in Borsa e possono essere collocati presso investitori istituzionali, fondi di investimento o soggetti professionali. Inoltre, hanno generalmente una durata più lunga rispetto ai tradizionali finanziamenti bancari (5-7 anni vs 3-5 anni). L’emissione di un minibond presuppone una buona struttura organizzativa e finanziaria dell’emittente che dovrà fornire maggiore disclosure e trasparenza sui dati finanziari dell’azienda.

Tra i principali requisiti troviamo:

  • bilanci certificati,
  • business plan credibile,
  • livello minimo di patrimonializzazione,
  • sistema di governance adeguato;
  • assetti amministrativi adeguati alla gestione

I vantaggi includono la possibilità di finanziare progetti di sviluppo, diversificare le fonti di capitale, migliorare il rating aziendale e rafforzare la reputazione dell’impresa. Inoltre, i minibond non vengono segnalati alla Centrale Rischi di Banca d’Italia non comportando lo stesso tipo di vincoli. Tuttavia, vanno considerati anche i costi di emissione, la necessità di un advisor finanziario e la capacità di garantire la restituzione del capitale e degli interessi nei tempi previsti che spesso sono meno flessibili rispetto ai finanziamenti bancari (spesso i rimborsi di capitale sono a unica scadenza o bullet). Dal punto di vista dell’investitore anche il maggior rischio associato e la scarsa liquidità sul mercato secondario sono elementi da considerare nella scelta dello strumento.

5. STRUMENTI FINANZIARI PARTECIPATIVI, FLESSIBILITÀ NELL’ACCESSO AL CAPITALE

Gli strumenti finanziari partecipativi sono un’opzione versatile per le imprese che intendono reperire risorse senza necessariamente aprire il capitale sociale a nuovi soci. Si tratta di titoli ibridi, classificabili come strumenti di equity o debito, che attribuiscono agli investitori specifici diritti di natura patrimoniale e/o amministrativa, pur senza conferire la qualifica piena di socio. Questa peculiarità consente alle PMI di accedere a capitali di medio-lungo termine preservando almeno in parte l’assetto proprietario originario. Uno degli aspetti più vantaggiosi di tali strumenti è che la remunerazione dell’investitore può essere parametrata ai risultati economici dell’impresa, rendendo il costo del capitale più sostenibile nei primi anni e allineando gli interessi di chi investe con quelli aziendali. Si crea una forma di partnership finanziaria più sinergica rispetto al debito tradizionale. Tuttavia, l’adozione degli strumenti finanziari partecipativi richiede un’attenta valutazione degli effetti sul piano della governance e della distribuzione degli utili. A seconda dei diritti accordati infatti vi può essere un impatto più o meno rilevante sul controllo societario o sul ritorno per i soci esistenti.

6. SMART TAX CONSULTING PER IMPRESE INNOVATIVE

Caravati Pagani si pone come partner strategico, forte di una consolidata esperienza nel settore, per accompagnare le aziende nell’analisi, valutazione e strutturazione di strumenti di finanza innovativa quali crowdfunding, vendor loan, minibond e strumenti finanziari partecipativi. Siamo a disposizione dei nostri clienti, offrendo un’assistenza personalizzata e soluzioni su misura, studiate per sostenere percorsi di crescita solidi, sostenibili e trasparenti, con uno sguardo rivolto al futuro. Garantiamo un supporto integrato lungo tutte le fasi del processo: dall’individuazione dello strumento più adeguato, al supporto nella redazione del piano industriale, alla scelta ed interlocuzione con gli intermediari/controparti, dalla definizione della documentazione necessaria, assicurando il pieno rispetto della normativa vigente e la massima attenzione alle specifiche esigenze di ogni impresa.