INCENTIVI IMPRESE FEMMINILI

La legge di bilancio 2021 ha istituito il “Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile” destinato a promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. Questo prevede l’emanazione del decreto attuativo del Fondo per l’imprenditoria femminile entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge stessa.

In data 02.10.2021 il Mise con suo comunicato informava dell’avvenuta firma del decreto interministeriale da parte del ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, di concerto con Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità, che rendeva operativo il “Fondo Impresa Donna”. Il testo originale ha recepito numerose osservazioni del ministero dell’Economia fino a giungere alla firma del ministro Daniele Franco e proseguire l’iter alla Corte dei Conti.

Dopo la registrazione da parte della Corte dei conti, il Mise stabilirà la data a partire dalla quale sarà possibile presentare le domande attraverso il sito di Invitalia.

GLI INCENTIVI PER LE IMPRESE FEMMINILI

L’intervento a sostegno dell’imprenditoria femminile fa parte della missione “Inclusione e coesione” del PNRR – Piano di ripresa e resilienza previsto dal Ministero dello sviluppo economico.

La firma del decreto, attesa da quasi otto mesi, sbloccherà innanzi tutto 40 milioni di euro (20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022), ai quali seguiranno ulteriori 400 milioni di euro previsti nella missione “Inclusione e coesione”.

Il Fondo per l’imprenditoria femminile ha finalmente stabilito le regole e le procedure per accedere alle agevolazioni fiscali, definite dai 21 articoli del decreto attuativo.

SUDDIVISIONE DEL FONDO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

Le risorse verranno ripartite in contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, sulla base di criteri ben definiti. Il decreto distingue gli interventi per le imprese femminili in tre parti:

  • per il sostegno nelle fasi della nascita e del consolidamento dell’impresa, sono assegnati 32,5 milioni;
  • per la diffusione della cultura imprenditoriale e per la formazione sono previsti 6,2 milioni di euro;
  • per la gestione della misura affidata a Invitalia, sono assegnati 1,3 milioni di euro.

CHI PUÒ ACCEDERE AGLI INCENTIVI PER LE NUOVE IMPRESE FEMMINILI

Possono accedere al suddetto Fondo:

  • le società di capitale con componenti del consiglio di amministrazione e quote per almeno due terzi di donne;
  • le società di persone e le cooperative con ameno il 60% di socie donne;
  • le imprese individuali aventi per titolare una donna;
  • le lavoratrici autonome.

I beneficiari devono essere attivi nei settori dell’industria, della trasformazione dei prodotti agricoli, dell’artigianato, dei servizi, del turismo e del commercio. L’erogazione del fondo può riguardare la realizzazione di programmi di investimento che deve avvenire entro due anni. Le nuove imprese possono richiedere la copertura di un massimo di 250 mila euro di spese mentre le imprese già esistenti possono ottenere fino a 400 mila euro.

La sede legale e/o operativa dell’azienda richiedente il Fondo, costituita da meno di un anno, deve essere in Italia. Sono ammesse anche le persone fisiche intenzionate ad avviare l’attività.

QUANDO PRESENTARE LA DOMANDA

La data per cominciare a presentare le domande online tramite la piattaforma di Invitalia sarà fissata da un provvedimento dello Sviluppo economico. La valutazione delle domande avverrà in ordine di presentazione e sulla base di:

  • merito del progetto imprenditoriale,
  • potenzialità del mercato di riferimento,
  • iniziative ad alta tecnologia.

Le persone fisiche intenzionate ad avviare un’attività imprenditoriale dovranno tramettere la documentazione dell’avvenuta costituzione entro 60 giorni dall’esito positivo della valutazione della domanda. Le lavoratrici autonome, invece, devono presentare entro i 60 giorni dal suddetto esito positivo la documentazione che attesti l’avvenuta apertura della partita IVA.

In cosa consiste l’intervento del fondo impresa donna

Per quanto riguarda in modo particolare le imprese nascenti, le agevolazioni previste dalla Legge di Bilancio 2021 consistono in contributi a fondo perduto. Questi coprono l’80% dell’importo relativo alle spese ammissibili, fino a un limite massimo di 50 mila euro. Per le donne disoccupate la percentuale massima di copertura sale al 90%. La copertura scende al 50% laddove il programma preveda spese superiori a 100 mila euro e fino a un massimo di 250 mila euro.

Per quanto riguarda il consolidamento di aziende già esistenti costituite da almeno un anno e massimo tre anni, gli incentivi consistono:

  • per il 50% in fondo perduto;
  • per un ulteriore 50% in finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero.

Se invece l’impresa ha più di tre anni, è prevista unicamente l’agevolazione con il fondo perduto per le spese di capitale circolante e il finanziamento agevolato per quelle di investimento.

Quali sono le spese ammissibili

Sono ammissibili solo le spese sostenute dall’impresa dopo la data di presentazione della domanda. Nel caso di persone fisiche, si può richiedere la copertura delle spese effettuate sino alla data di dell’apertura della partita IVA. È previsto per ogni azienda anche un voucher per un valore massimo di 5 mila euro da spendere per la gestione dell’impresa e l’assistenza tecnica. In particolare, 3 mila euro di tale voucher devono essere spesi per servizi di Invitalia.

Le agevolazioni si possono utilizzare per:

  • immobilizzazioni immateriali,
  • nuovi macchinari di fabbrica, impianti e attrezzature,
  • servizi cloud per la gestione d’azienda,
  • personale dipendente, impiegato nell’iniziativa agevolata e assunto a tempo determinato o indeterminato dopo la data di presentazione della domanda.

LE REGOLE DELL’UNIONE EUROPEA PER BENEFICIARE DEGLI INCENTIVI PER LE NUOVE IMPRESE FEMMINILI

Le imprese che possiedono i requisiti del regolamento europeo Gber possono ottenere gli incentivi con il regime di esenzione delle regole UE sugli aiuti di Stato. In alternativa, se la concessione avviene in base ai limiti del “de minimis” (aiuti complessivi per 200 mila euro in tre anni), i fondi sono cumulabili con altri aiuti di Stato.

In caso i legali rappresentanti delle società o gli amministratori delle stesse risultino condannati per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli appalti, con sentenza definitiva, non possono accedere al Fondo.

CONCLUSIONI

Quanto sopra indicato è ancora in itinere: si attende la registrazione da parte della Corte dei Conti ed i conseguenti provvedimenti attuativi.