IL RISCONTO ATTIVO E PASSIVO - CARAVATI PAGANI - Dottori Commercialisti Associati

  • DEFINIZIONE E CALCOLI
  • RISCONTO ATTIVO: FACCIAMO CHIAREZZA
  • LA DIFFERENZA TRA IL RISCONTO ATTIVO E IL RISCONTO PASSIVO
  • COME SI CALCOLA IL RISCONTO ATTIVO?
DEFINIZIONE E CALCOLI

I risconti sono scritture contabili legate ad operazioni economiche che avvengono tra due esercizi amministrativi. Si tratta di costi sospesi che riguardano alcuni fattori produttivi, servizi e attività in particolare.
Nello specifico, il risconto attivo riguarda la rilevazione e la registrazione di un costo/ricavo con manifestazione finanziaria anticipata, ma che di fatto deve essere imputata all’esercizio amministrativo successivo. Questo perché deve essere rispettato il principio di competenza economica: una prassi amministrativa che considera, nel conto economico di un bilancio di esercizio, esclusivamente costi e ricavi relativi ad un determinato periodo di tempo, a prescindere dalle manifestazioni finanziarie passate o future
Questo è il motivo per cui si parla di costi o ricavi sospesi.

 

RISCONTO ATTIVO: FACCIAMO CHIAREZZA

I risconti derivano da un’operazione economica che si manifesta appunto tra due esercizi amministrativi. I risconti fanno parte delle scritture di rettifica, sono componenti di reddito misurati da variazioni finanziarie, ma non sono totalmente di competenza dell’esercizio amministrativo in chiusura. Lo Studio CARAVATI PAGANI – dottori commercialisti associati, esperti di consulenza finanziaria e contabile – si occupa di orientare le scelte degli imprenditori e di far chiarezza sugli aspetti fiscali che spesso possono creare dei dubbi. La questione dei risconti, e soprattutto la modalità con cui vengono calcolati, sono oggetto delle domande che ci pongono i nostri clienti e a cui diamo risposte chiare e immediate.

LA DIFFERENZA TRA IL RISCONTO ATTIVO E IL RISCONTO PASSIVO

Ai fini dell’applicazione del principio di competenza economica, è necessario stornare i risconti agli esercizi amministrativi successivi, nonostante non siano strettamente di loro competenza.
La differenza sostanziale tra risconto attivo e risconto passivo è la seguente:

Il risconto attivo è una spesa anticipata, ossia è un costo che è già stato sostenuto dall’azienda, ma è di competenza e dunque appartiene ad uno o più esercizi amministrativi successivi a quello attuale. Alcuni esempi, in questo caso, potrebbero essere: gli affitti di uffici e altre proprietà immobiliari dell’azienda o premi di assicurazione che sono stati pagati in anticipo;
Il risconto passivo è un ricavo anticipato, che è quindi già stato ottenuto, ma è di competenza di uno o più esercizi amministrativi successivi.
Chiariamo subito che, per loro natura, i risconti devono essere rilevati esclusivamente a fine esercizio amministrativo (alla fine dell’anno contabile). Per questa ragione, nella pratica contabile sono concettualmente compresi nelle cosiddette operazioni di integrazione e di rettifica, che precedono la chiusura dei conti e la rilevazione del risultato economico.

COME SI CALCOLA IL RISCONTO ATTIVO?

Innanzitutto è necessario tenere sempre in considerazione un fattore fondamentale: il tempo. Il risconto attivo è un costo strettamente legato alla variabile temporale: è infatti definito attivo poiché la quota deve essere rinviata, in quanto una sua parte è disponibile per la gestione futura.

Facciamo un esempio per chiarire meglio il concetto: supponiamo che il 1° ottobre 2015 l’azienda abbia preso in locazione semestrale un immobile, concordando che il pagamento del canone sarà pagato in anticipo con importo pari ad € 15.000,00.
A questo punto, come si calcola il risconto attivo e quindi la quota di costo da rinviare all’esercizio amministrativo futuro? E’ necessario prendere in considerazione l’intero importo del canone di € 15.000,00 e dividerlo per la durata del tempo contrattuale, che in questo caso abbiamo ipotizzato sia di 6 mesi (quindi 180 giorni). In questo modo otteniamo il costo giornaliero del canone. Moltiplichiamo adesso il costo giornaliero del canone per il numero di giorni dal 1° gennaio dell’anno successivo fino alla fine del canone semestrale, che nel nostro esempio coincide con il 31 marzo 2016 (91 giorni).
L’operazione matematica per il calcolo del risconto attivo è la seguente:
15.000,00:180 (i giorni totali di locazione dell’immobile) = € 83,30 (l’importo giornaliero del canone di locazione).
83,30×91 = 7.583,30 (questo è il risconto attivo). Quindi il costo di competenza del 2015 sarà di € 7.416,70, poiché dall’importo del canone (€ 15.000,00) si decurtano € 7.583,30, che sono rinviati all’esercizio amministrativo successivo.