Posizione Finanziaria Netta: facciamo chiarezza sul calcolo della PFN

La Posizione Finanziaria Netta, indicata anche con la sigla PFN (in inglese Net Financial Position) è uno dei principali indicatori utilizzati per valutare la performance e la solvibilità di un’azienda. (Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a leggere il nostro articolo).

Infatti, grazie all’utilizzo di questo strumento di analisi, si possono valutare facilmente la capacità di restituzione del debito di un’impresa quando questo viene rapportato al fatturato o all’EBITDA e la solidità della struttura patrimoniale aziendale quando il debito viene rapportato al Patrimonio netto.

L’IMPORTANZA DELLA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA PER LE IMPRESE

Che cos’è la PFN? Si può definire come la differenza tra il totale dei debiti finanziari aziendali (a prescindere dalla loro scadenza) e le attività liquide (cassa, c/c attivi, titoli negoziabili e crediti finanziari). Esprime quindi l’ammontare dei debiti finanziari al netto delle attività che potrebbero essere liquidate ed utilizzate per il rimborso, fornendo chiaramente la misura dell’ammontare di debito per il quale non esiste un’immediata copertura.

Nella vita di un’azienda è importante poter affrontare investimenti con chiara consapevolezza della propria situazione; per questo motivo, un imprenditore che voglia investire con prudenza deve analizzare nel dettaglio il livello del debito della propria impresa.

L’indicatore PFN può aiutare ad analizzare lo stato di “salute” dell’azienda in quanto mette in luce l’indebitamento finanziario complessivo e, specularmente, il saldo finanziario totale della stessa.

La PFN come principio contabile nazionale

La PFN è stata introdotta nei principi contabili nazionali con il principio OIC 6 “Ristrutturazione del debito”, abrogato a partire dai bilanci del 2017. Il successivo OIC 19 emendato, pur contenendo un paragrafo dedicato alla definizione della PFN, prevede che le società che ristrutturano il proprio indebitamento debbano evidenziare nella nota integrativa l’andamento sulla PFN a partire dall’esercizio anteriore a quello di efficacia della ristrutturazione.

L’indicatore PFN, riassumendo, determina quindi:

  • il complessivo livello di indebitamento dell’azienda, sia a breve che a lungo termine;
  • la capacità dell’azienda di restituire il debito quando questo viene rapportato al fatturato o all’EBITDA;
  • la solidità della struttura patrimoniale aziendale quando il debito viene rapportato al Patrimonio netto.

COMPOSIZIONE E CALCOLO DELLA PFN

Nel calcolo della PFN vanno incluse soltanto le attività e le passività “finanziarie”.

Nell’analisi si dovrà, quindi, porre particolare attenzione alle seguenti voci, che talvolta non compaiono nel bilancio d’esercizio dell’impresa o compaiono occultando la loro effettiva natura finanziaria, come:

  • il leasing finanziario: le società che adottano i principi contabili OIC, e che contabilizzano quindi i canoni di leasing secondo il metodo patrimoniale, devono considerare nel calcolo della PFN il debito residuo in linea capitale nei confronti della società di leasing; non vi è alcun dubbio infatti sulla natura finanziaria di tale debito;
  • il trattamento di fine rapporto (TFR): alcuni commentatori sostengono che il TFR dovrebbe essere compreso nel calcolo della PFN trattandosi nella pratica di una forma di autofinanziamento dell’impresa. Altri invece sostengono che tale posta vada esclusa, essendo il TFR una passività operativa in quanto riferita ai dipendenti dell’azienda. Non essendoci unanimità di vedute, il tema è sovente risolto a livello negoziale;
  • i debiti commerciali scaduti: i debiti commerciali sono ovviamente passività operative. Tuttavia, quando il debito è scaduto da tempo la natura sostanziale muta a finanziaria. Pertanto, oltre ad una fisiologica soglia, lo scaduto dei fornitori rappresenta una posta da valutare attentamente e considerare nel calcolo della PFN;
  • le anticipazioni crediti al salvo buon fine: è comune nella prassi contabile di alcune aziende rilevare l’estinzione del credito e lo speculare incremento di liquidità. La rappresentazione non è corretta ai fini dell’informativa di bilancio, ma può capitare al valutatore di trovarsi davanti un documento con questo tipo di rappresentazione. In questo caso occorrerà procedere ad una rettifica delle passività finanziarie includendo anche quelle che non figurano nei conti contabili, ma in realtà esistenti; allo stesso modo per le cessioni di crediti pro-solvendo, qualora l’anticipazione non figuri in contabilità quale debito verso l’istituto di credito o il factor.

Il segno algebrico della PFN

Altro tema che può apparire banale ma sul quale non c’è uniformità di comportamento da parte dei valutatori è quello del segno algebrico della PFN. L’esposizione più logica appare quella di far assumere segno positivo (+) alla PFN quando si indica un’eccedenza delle disponibilità liquide e finanziarie rispetto all’indebitamento, e segno negativo (-) quando si verifica un’insufficienza delle disponibilità liquide e finanziarie necessarie a coprire l’indebitamento finanziario.

Tale impostazione non trova unanime consenso, ad esempio si cita il Documento del 15 settembre 2015 della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ove è proposto uno schema di calcolo nel quale il segno della PFN a debito è positivo (+).

Per evitare il rischio di incorrere in spiacevoli errori e misunderstandings è consigliabile esplicitare le voci che compongono la PFN. In particolare, a fronte di comunicazione puntuale del dato sarebbe meglio utilizzare la definizione di Indebitamento Finanziario Netto o di Esposizione Finanziaria Netta su cui segno non dovrebbe esserci alcun dubbio.

POSIZIONE FINANZIARIA NETTA: CALCOLO

Come si calcola la PFN? Sarà necessario riclassificare come prima cosa lo Stato patrimoniale dell’azienda, distinguendo, all’interno dell’attivo e del passivo, le voci di natura prettamente finanziaria, e ulteriormente distinguendo tali voci per scadenza a breve (entro i 12 mesi) e a medio/lungo termine (oltre i 12 mesi).

Lo schema di calcolo è il seguente:

POSIZIONE FINANZIARIA NETTA
A Denaro, assegni e valori in cassa
B Depositi bancari e postali
C Titoli detenuti per la negoziazione
D LIQUIDITÀ (A)+(B)+(C)
E CREDITI FINANZIARI A BREVE
F Debiti V/ banche a breve
G Parte a breve termine dell’indebitamento a lungo termine
H Altri debiti finanziari correnti
I INDEBITAMENTO FINANZIARIO CORRENTE (F)+(G)+(H)
J POSIZIONE FINANZIARIA CORRENTE NETTA(E)+(D) – (I)
K Crediti finanziari a medio/lungo
L Debiti v/banche a medio/lungo
M Obbligazioni emesse
N Altri debiti non correnti
Q POSIZIONE FINANZIARIA NON CORRENTE (K)- (L)-(M)-(N)
R POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (J)+(Q)

Esempio di calcolo della PFN

Per fare un esempio pratico, potremmo prendere in considerazione il caso di un’impresa che abbia:

  • debiti verso banche entro 12 mesi pari a 500 € di cui 100 a titolo di rimborso finanziamento;
  • debiti nei confronti di fornitori non scaduti pari a 3.000 €;
  • debiti verso banche oltre 12 mesi 500 €;
  • conti correnti bancari attivi pari a 200 €;
  • crediti verso clienti pari a 4.000 €;
  • crediti finanziari per finanziamento fruttifero verso controllata oltre 12 mesi 300 €;
  • cassa assegni pari a 200 €.
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA
A Denaro, assegni e valori in cassa + 200 €
B Depositi bancari e postali + 200 €
C Titoli detenuti per la negoziazione
D LIQUIDITA'(A)+(B)+(C) + 400 €
E CREDITI FINANZIARI A BREVE  
F Debiti V/ banche a breve –        400 €
G Parte a breve termine dell’indebitamento a lungo termine –        100 €
H Altri debiti finanziari correnti
I INDEBITAMENTO FINANZIARIO CORRENTE (F)+(G)+(H) –        500 €
J POSIZIONE FINANZIARIA CORRENTE NETTA(E)+(D)-(I) –        100 €
K Crediti finanziari a medio/lungo + 300 €
L Debiti v/banche a medio/lungo –        500 €
M Obbligazioni emesse
N Altri debiti non correnti
Q POSIZIONE FINANZIARIA NON CORRENTE (K)- (L)-(M)-(N) –        200 €
R POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (J)+(Q) –        300 €

CONSIDERAZIONI FINALI

In conclusione, come indicato anche dalla CONSOB nella Comunicazione n. DEM/6064293 del 28-7-2006, non esistendo, né nella prassi né in dottrina, uniformità di vedute circa le voci da far rientrare nel calcolo della PFN, per evitare il rischio di commettere errori è consigliabile esplicitare nella nota integrativa le voci che compongono tale indicatore oltre a fornire indicazioni sulla modalità di lettura del suo segno algebrico.

AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2021

Nel mese di marzo 2021 l’European Securities and Market Authority (ESMA) ha pubblicato il documento “Orientamenti in materia di obblighi di informativa ai sensi del Regolamento UE 2017/1129” (c.d. Regolamento sul Prospetto) che si applica a partire dal 5 maggio 2021.

Al riguardo, si segnala l’attenzione sui seguenti aspetti: a) la voce “Altre attività finanziarie correnti” include le attività finanziarie (ad esempio, i titoli posseduti per negoziazione) che non sono (i) disponibilità liquide, (ii) mezzi equivalenti a disponibilità liquide o (iii) strumenti derivati utilizzati con finalità di copertura; b) il “debito finanziario” include il debito remunerato (ossia il debito fruttifero) che comprende, tra l’altro, le passività finanziarie relative a contratti di locazione a breve e/o a lungo termine. L’informativa sui debiti per leasing deve essere fornita separatamente; c) la voce “Debiti commerciali e altri debiti non correnti” include i debiti non remunerati, che presentano una significativa componente di finanziamento implicito o esplicito (ad esempio i debiti verso fornitori con una scadenza superiore a 12 mesi), ed eventuali altri prestiti infruttiferi.

Nel diverso caso di debiti Erariali e Previdenziali dilazionati secondo un piano di rateizzazione ai sensi di legge o concordato tra le parti, si ritiene preferibile includere tali debiti nella categoria “debiti finanziari”, correnti e non correnti, in quanto fruttiferi d’interesse. Di ciò dovranno tenere conto le aziende che hanno piani di rateizzazione in corso, al fine di fornire la corretta informativa nella relazione sulla gestione allegata al bilancio di esercizio e per una corretta analisi finanziaria.

Con il “Richiamo di attenzione n. 5/21” del 29 aprile 2021, la Consob ha dichiarato l’intenzione di conformare le proprie prassi di vigilanza ai suddetti Orientamenti ESMA. In particolare, la Consob ha dichiarato che i prospetti da essa approvati, a partire dal 5 maggio 2021, dovranno risultare conformi al modello ESMA.

Chiaramente questi Orientamenti rappresentano un benchmark anche per le società non sottoposte a vigilanza.

Di seguito il modello relativo alla Posizione Finanziaria Netta così come previsto dal documento ESMA:

Euro
A Disponibilità liquide
B Mezzi equivalenti al cash
C Altre attività finanziarie correnti (titoli entro 12 m)
D Totale Liquidità (A+B+C) 0
E Debito finanziario corrente
F Parte corrente del debito finanziario non corrente
G Indebitamento finanziario corrente (E+F) 0
H Indebitamento finanziario corrente netto (G-D) 0
I Debito finanziario non corrente
J Strumenti di debito
K Debiti commerciali oltre 12m altri debiti non correnti
L Indebitamento finanziario non corrente (I+J+K) 0
M Totale indebitamento finanziario (H+L) 0

Come emerge chiaramente dalla tabella sopra esposta, il debito per il TFR, la cui inclusione è sempre stata oggetto di discussione, non risulta ricompreso negli elementi costituenti la PFN.