IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

In questi giorni è stato pubblicato sul sito del Governo italiano il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), consultabile in formato pdf al seguente link.

La necessità di una strategia di ripresa nasce dal duro colpo inferto all’economia del nostro Paese dalla pandemia COVID-19. Come evidenzia la premessa del Piano, la crisi recente è giunta in un momento di fragilità economica, sociale e ambientale dell’Italia. Tra il 1999 e il 2019, infatti, il Pil è cresciuto complessivamente del 7,9%, contrariamente alla crescita a due cifre di altri Paesi europei, come Germania, Francia e Spagna. Le categorie maggiormente colpite sono state le donne e i giovani, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno.

Dall’analisi emerge anche come siano fondamentali la ripresa del passo con gli altri paesi avanzati europei e l’aumento della produttività, affinché l’economia italiana superi le attuali difficoltà. In tale ottica, sarà importante saper cogliere le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale tramite la creazione di infrastrutture adeguate e l’aiuto alle piccole e medie imprese. Infine, è necessario accelerare l’attuazione di alcune riforme strutturali anche nella giustizia civile.



LE MISSIONI DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Le missioni del Piano sono:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
    1. digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione
    2. digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo
    3. turismo e cultura 4.0
  1. rivoluzione verde e transizione ecologica
    1. economia circolare e agricoltura sostenibile
    2. energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
    3. efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
    4. tutela del territorio e della risorsa idrica
  1. infrastrutture per una mobilità sostenibile
    1. investimenti sulla rete ferroviaria
    2. intermodalità e logistica integrata
  1. istruzione e ricerca
    1. potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università
    2. dalla ricerca all’impresa
  1. inclusione e coesione
    1. politiche per il lavoro
    2. infrastrutture sociali, comunità, famiglie e terzo settore
    3. interventi speciali per la coesione territoriale
  1. salute
    1. reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
    2. innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale

L’ambiente al centro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Uno dei punti chiave del Piano è l’ambiente. Il nostro Paese è molto soggetto alle ripercussioni dovute ai cambiamenti climatici e, in particolare, all’aumento delle ondate di calore e siccità. Le nostre coste, le pianure alluvionali e i delta fluviali sono molto a rischio a causa dell’incremento del livello del mare e delle intense precipitazioni. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha stimato che, in peggioramento rispetto ai dati del 2015, nel 2017 il 12,6% della popolazione abitava in zone ritenute ad elevata pericolosità di frana o colpite da alluvioni. Inoltre, le emissioni pro capite di gas clima-alteranti in Italia sono rimaste praticamente identiche fino al 2019.

La riforma fiscale

Un gruppo consistente di riforme contenute nel Piano è orientato ad attenuare le conseguenze economiche e sociali della crisi e a implementare la coesione sociale ed economica dell’Italia.

Attraverso la riforma si vuole rispondere alle debolezze strutturali del Paese anche attingendo alle risorse europee.

Negli anni la legislazione tributaria è stata sempre più frammentata e, di conseguenza, si è generato un sistema fiscale eccessivamente articolato e complesso il quale ha fatto da freno agli investimenti, sia italiani sia esteri. Una possibilità prospettata è quella della revisione dell’Irpef, al fine di razionalizzare e semplificare la struttura del prelievo e di ridurre il carico fiscale.

La riduzione del tax gap

Il piano prevede una serie di mosse atte a contrastare l’evasione fiscale, anche tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie e di sofisticati strumenti di data analysis. Ciò consentirà all’amministrazione finanziaria di condurre controlli più mirati sui contribuenti. Questo tipo di riforma dovrebbe risultare di stimolo all’incremento dell’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali e dovrebbe comportare una riduzione del tax gap.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in merito al federalismo fiscale

La Legge 5 maggio 2009, n. 42 in materia di federalismo fiscale ha introdotto la necessità di finalizzare le risorse dei livelli territoriali applicando metodi oggettivi.

L’iter di applicazione del federalismo fiscale è graduale sia per quanto riguarda l’ammontare delle risorse equamente distribuite sia per quanto attiene al processo di definizione degli obiettivi di servizio e dei fabbisogni standard.